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Separazione

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Crisi di coppia fra Margherita e Davide: quando separarsi è la scelta migliore 

“In terapia ho aperto gli occhi, ho iniziato ad ammettere a me stessa che in questa relazione non sto più bene, non mi sento apprezzata e valorizzata. Ho messo in discussione il mio sentimento per Davide, forse stiamo insieme per abitudine, ormai è come se fossimo due coinquilini ognuno con la propria vita e mi chiedo: che senso ha stare insieme così?”

Margherita e Davide sono una coppia sposata da quindici anni, con due figli di 12 e 10 anni. Margherita da qualche mese ha iniziato un percorso psicologico individuale che l’ha portata a mettere in discussione la relazione col marito. Decidono quindi di cominciare una terapia di coppia per capire se c’è ancora del sentimento, se è possibile stare insieme in modo diverso, se c’è qualcosa che li lega al di là dei figli, o se la loro relazione affettiva è ormai finita.

Quando si attraversa una profonda crisi di coppia il pensiero della separazione è spesso presente nella testa dei partner. È un pensiero doloroso, a volte allontanato per paura, non ascoltato o superato dal maggior desiderio di stare insieme e trovare un nuovo equilibrio. Non tutte le crisi di coppia sono risolvibili, a volte l’ostinazione ci porta solamente a rimanere intrappolati in una routine dolorosa, in una relazione che non ci dà più stimoli e con una persona che non riconosciamo, magari nella convinzione di fare il bene dei figli, privandoci così della nostra felicità. 

È importante imparare a porsi domande sulla qualità della vita in coppia, anche dopo molti anni passati insieme, per essere consapevoli di cosa produce malessere nella relazione, quali ruoli e funzioni vengono svolti dai partner e prestare così attenzione al modo di stare insieme, che dovrebbe evolversi nel tempo e secondo le varie fasi della vita di coppia, e non riproporsi in modo statico creando sofferenza.

Durante le prime sedute emerge fortemente da parte di Margherita il desiderio di mettersi in gioco, ritrovare stimoli vitali e investire del tempo per il proprio benessere, aspetti che sembrano però riguardare maggiormente la propria vita individuale piuttosto che la vita di coppia vissuta come “pesante e opprimente”. Davide si mostra piuttosto passivo, afferma più volte di non vedere problemi nella loro relazione, non capisce da dove derivi questa spinta al cambiamento della moglie e la vive come un “una ricerca di attenzioni”.

Da sempre è Margherita a occuparsi della casa e della cura dei figli, ma ora che stanno crescendo e diventano sempre più autonomi, Margherita ha maggior tempo per sé, desidera fare nuove esperienze, recuperare e coltivare il suo essere donna oltre che madre, il ruolo di “perfetta donna di casa” comincia a starle stretto e questo la porta a notare le mancanze di Davide che dà per scontate molte cose e nonostante le richieste di maggiore equità nella divisione dei compiti, non si mostra collaborativo. In terapia raccontano quanto sia cambiata la loro relazione dopo la nascita dei figli, “si è appiattita, non abbiamo più dedicato dei momenti a noi come coppia, non so neanche da quanto tempo non usciamo a cena, è sempre tutto uguale, non c’è complicità, non c’è desiderio”.

Durante le sedute abbiamo ripercorso l’inizio e l’evoluzione del loro rapporto, ma anche la loro evoluzione personale individuale perché la coppia è formata da due persone, con due storie differenti e negli anni le esperienze vissute portano a cambiamenti, a consapevolezze diverse. In questo processo è possibile che i due individui non si evolvano alla stessa velocità e questo porta a difficoltà di comunicazione, alla perdita di obiettivi comuni e alla necessità di un maggior spazio che permetta una crescita e una realizzazione individuale.

Davide e Margherita nel ricordare il loro incontro e i momenti significativi vissuti insieme sembrano raccontare la vita di altri, non c’è trasporto ma al contrario un distacco sia emotivo che fisico, che porta Margherita a confermare di non amare più Davide e di voler andare avanti da sola.

Prendere la decisione di separarsi

Il primo momento fondamentale del processo di separazione è quello della decisione, che segna il passaggio dal pensiero della separazione dovuto a contrasti e conflitti, al riconoscimento di posizioni inconciliabili, con la consapevolezza che le differenze diventano intollerabili e portano a un progressivo allontanamento in cui vengono individuati e sottolineati i lati più negativi del partner. Questa fase si accompagna a sentimenti di delusione, solitudine, tristezza e rabbia.

Solitamente chi prende attivamente la decisione di separarsi è più avanti rispetto all’elaborazione del distacco emotivo, il cosiddetto “divorzio psichico”, mentre chi subisce la separazione avrà bisogno di più tempo per superare i sentimenti di rabbia e fallimento e accettare la perdita, manifestando solitamente una grande confusione di sentimenti e di pensieri tra cui prevale il sentirsi ferito e offeso. Di conseguenza la reazione primaria che prevale è la rabbia contro l’altro.

Così accade nella coppia di Margherita e Davide, in cui quest’ultimo dopo un momento iniziale di smarrimento e negazione, mostra sentimenti di rabbia verso la moglie, facendo leva sul suo senso di colpa verso i figli, non mettendosi in discussione e mostrando così tutta la sua fatica nell’accettare questa decisione “non pensi ai nostri figli, a quello che abbiamo costruito insieme, vuoi rovinare tutto? Io non capisco cosa vuoi di più, stiamo bene economicamente, non ci manca niente”.

La separazione obbliga i due partner a fare i conti con il lutto su più versanti, con il sentimento di abbandono e solitudine, con l’impossibilità come genitori di stare quotidianamente con i figli, con l’interruzione o comunque un allentamento delle relazioni tra le famiglie di origine, con la rinuncia ad alcuni progetti e obiettivi condivisi.

Nel processo di separazione arriva poi il momento dell’ufficializzazione, che nel caso di matrimonio può avvenire con il contatto con gli avvocati. Spesso in questa fase ogni partner trasferisce sull’altro la propria insufficienza nella relazione, attribuendogli incomprensioni, colpe, a volte denigrandolo e attaccandolo sotto vari aspetti. Il compito principale dei partner ora che la rottura è ufficiale, è proprio l’elaborazione del lutto per il fallimento della relazione, l’abbandono di progetti sul futuro e soprattutto la consapevolezza della propria partecipazione e responsabilità, indispensabile per la separazione emotiva dal coniuge.

Se sono presenti dei figli si aprirà per entrambi i partner una nuova fase in cui ciascuno dovrà mantenere i rapporti con i figli e allo stesso tempo accettare che anche l’altro li mantenga, cercando di evitare quei processi di reciproco attacco e svalutazione nel tentativo di mostrarsi come il genitore migliore, che inevitabilmente avranno una ricaduta sui figli.

Davide e Margherita hanno continuato il percorso di terapia come supporto per individuare le modalità genitoriali più idonee per affrontare la separazione e garantire una co-genitorialità. È stato un processo doloroso ma in mezzo a tanta sofferenza l’obiettivo comune è sempre stato la tutela dei figli. Anche Davide, dopo la forte rabbia ha manifestato un grande dolore accompagnato dalla consapevolezza di non riuscire a farcela da solo e da una richiesta di aiuto per evitare di crollare. Inizia così un percorso parallelo di terapia individuale, dove trova uno spazio prezioso per sé e il suo dolore, dove può elaborare le sue perdite e prendere consapevolezza delle sue mancanze, mettendo nuovamente in gioco risorse personali.

Nonostante la fine di una relazione di coppia venga sempre vissuta dai partner come un grande fallimento, a volte la separazione risulta inevitabile e può rivelarsi la decisione migliore che una persona possa prendere per sé stesso e per i figli. Sarebbe quindi auspicabile provare a cambiare prospettiva, così da poter considerare la separazione non solo in termini di fallimento ma come la conclusione di un progetto che non trova più elementi positivi per poter essere rinnovato.

Se anche tu senti di attraversare un momento di crisi all’interno della tua coppia, se ti riconosci in Margherita e Davide e pensi di aver bisogno d’ aiuto, non esitare a contattarci per una consulenza.

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