A chi non è capitato di sentirsi intimoriti o agitati quando si è esposti al giudizio di altre persone? Penso al dover salire su un palcoscenico per la recita scolastica, al dover danzare o suonare uno strumento musicale in pubblico, all’intervenire in una discussione o a tenere una conferenza.
È del tutto normale sentirsi in imbarazzo se abbiamo molti occhi puntati addosso e siamo delle persone timide o introverse; tuttavia, se la “paura degli altri” interferisce significativamente sulla qualità della nostra vita possiamo trovarci di fronte ad un vero e proprio disturbo: la fobia sociale.
Il caso di Paolo può aiutare a fare un po’ di chiarezza
Paolo ha 33 anni, è uno studente di ingegneria fuori corso, è cresciuto in un paesino di campagna nella provincia di Venezia. Si descrive come una persona studiosa ed intelligente ma molto timida. Alle scuole medie ha iniziato a provare sensazioni di ansia crescente e imbarazzo in tutte quelle occasioni di incontro con i compagni; ad esempio, alle feste di compleanno avvertiva una certa difficoltà nel mangiare, ballare, giocare e in generale nel relazionarsi con gli altri coetanei.
Con il passaggio alle scuole superiori, Paolo non poteva uscire di casa per recarsi a scuola senza gli occhiali da sole: sentiva la necessità di nascondere gli occhi in ogni momento della giornata, era angosciato e impaurito dallo sguardo degli altri perché una volta, durante l’intervallo, era arrossito mentre parlava con una ragazza ed è stato deriso davanti a tutti.
Crescendo, nel periodo dell’adolescenza, Paolo evitava di uscire nella piazza del proprio paese perché lì lo conoscevano tutti ed aveva paura di apparire goffo, inadeguato ed impacciato, così si limitava a frequentare due amici “nerd” appassionati di videogiochi e dunque trascorreva gran parte del proprio tempo libero a casa loro, lontano da occhi indiscreti.
La fobia sociale è caratterizzata da
- Paura o ansia molto intense in situazioni sociali (quando si interagisce, si viene osservati o si effettua una prestazione di fronte ad altri).
Alcune delle situazioni che di solito scatenano l’ansia sono: parlare in pubblico, mangiare insieme ad altri, conoscere nuove persone, fare conversazione, ricorrere ad un bagno pubblico.
- Preoccupazione di essere valutato negativamente da parte degli altri: timore che notino la nostra ansia e debolezza e che ci reputino noiosi o stupidi.
La peculiarità della fobia sociale sta nel fatto che l’oggetto della paura è “l’altro”, come se egli avesse un maggiore potere o una maggiore competenza e potesse quindi giudicare, deridere, attaccare. La persona con fobia sociale si percepisce invece come debole, vulnerabile, incompetente, prova vergogna ed ha paura di essere “scoperto” ed umiliato.
Quando Paolo si è iscritto alla facoltà di ingegneria non era assolutamente preoccupato per il carico di studio e la difficoltà degli esami, ma già dalle prime esperienze di lavori di gruppo o di esposizioni in aula, ha iniziato ad arrossire, sudare, avvertire tremori alle mani e secchezza alla bocca, ad avere la sensazione di essere distaccato dal proprio corpo.
Già settimane prima di questi eventi iniziava a stare male e a pensare che avrebbe fatto una figuraccia, questo lo portava a dormire male con frequenti risvegli notturni e a sentire lo stomaco contorcersi.
Paolo ha deciso di chiedere aiuto perché ha iniziato a non presentarsi agli esami orali, inventandosi mille scuse pur di non parlare davanti ai compagni di corso. Spesso non pranzava perché anche andare in mensa universitaria risultava per lui troppo faticoso, “chissà cosa avrebbero pensato gli altri ragazzi vedendomi così in difficoltà, mi avrebbero sicuramente deriso e giudicato”, così facendo si sono accumulati gli esami e Paolo temeva di non riuscire a laurearsi.
I sintomi della fobia
In presenza di fobia sociale infatti:
- possiamo avvertire sintomi fisici come sudorazione, tremori, arrossamento, secchezza alla bocca, vomito;
- saremo portati ad evitare la situazione sociale temuta o a viverla con forte angoscia, con importanti interferenze con la nostra routine, con il nostro lavoro o rendimento scolastico e con le nostre relazioni;
- l’ansia può essere anticipatoria e quindi presentarsi molto prima del verificarsi dell’evento temuto: ad esempio possiamo iniziare a preoccuparci settimane prima di partecipare a un evento sociale, ripetendo un discorso per giorni.
Durante i primi colloqui Paolo non riusciva a guardarmi negli occhi, muoveva i piedi e si stringeva le dita delle mani, aveva una postura rigida e parlava con voce tremolante.
Inizialmente Paolo saltava frequentemente gli appuntamenti proprio per la paura di essere criticato o giudicato da me, man mano ha iniziato a capire che il luogo della seduta era il suo spazio e che non sarebbe mai stato giudicato o deriso per le sensazioni che provava, grazie alla costruzione di un’alleanza terapeutica positiva e sicura. Ha lavorato per migliorare le proprie abilità sociali e per una maggiore comprensione dei propri vissuti interni oltreché del proprio disturbo.
Nella fobia sociale:
- possiamo avere una postura del corpo eccessivamente rigida o evitare il contatto visivo, oppure parlare a voce troppo bassa;
- spesso si tende a rivelare poco di se stessi.
Cosa posso fare?
Qualche volta il sintomo fobico rappresenta una reazione transitoria ad un contesto specifico, altre volte la fobia è profondamente radicata nella personalità.
Quelli che per noi non sono altro che sintomi indesiderabili ed invalidanti, possono essere non solo eliminati, ma anche ascoltati perché possono raccontarci verità sorprendenti: rivelare profonde insicurezze rispetto al funzionamento del proprio corpo e della propria emotività.
Con un certo impegno in un lavoro dinamicamente orientato, la fobia sociale si può risolvere attraverso il recupero di capacità emotive utili per affrontare le situazioni temute, sviluppando strategie per affrontare in modo diverso i conflitti emotivi e le paure.
Con il supporto psicologico possiamo imparare a riconoscere i nostri schemi di funzionamento e a modificare i pensieri disfunzionali, oltreché apprendere strumenti per gestire meglio le situazioni sociali (ad esempio tecniche per la gestione dell’ansia o tecniche di comunicazione).
Se pensi di aver bisogno di aiuto, non esitare a contattarci per una consulenza.
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